E' all'interno dell'oliva che si forma spontaneamente l'olio, non bisogna quindi pensare che occorrono dei sofisticati sistemi per estrarlo. Chimicamente,
il succo ricavato dalla spremitura, è formato da due componenti fondamentali: la parte saponificabile (circa il 98%) e la parte insaponificabile
(circa il 2%).
Il pregiato condimento si conserva, all'interno dell'oliva, in minuscole sacche protette da una sottile membrana di antiossidanti, sostanze che impediscono
il decadimento della clorofilla, degli aromi, delle vitamine, dei sali minerali, dei tannini e dei tanti altri componenti che aiutano la nostra salute
(parte insaponificabile). La parte saponificabile è la parte "grassa", composta da gliceridi, acidi monoinsaturi, polinsaturi e saturi. In questa
parte dell'oliva, le sostanze più importanti sono gli acidi grassi insaturi che hanno il pregio di non innalzare il colesterolo.
La parte insaponificabile (steroli, vitamine, pigmenti, polifenoli, idrocarburi, ecc.), anche se presente in quantità minima, è quella che
influisce in maniera fondamentale sulla qualità nutrizionale, organolettica e sulla classificazione merceologica. Per mantenere elevata questa parte
importante al fine di ottenere maggiore qualità, bisogna adottare dei particolari e rigorosi accorgimenti durante la raccolta, la lavorazione delle
olive e nella conservazione dell'olio.
Alla fine del suo ciclo di maturazione, una oliva è costituita
mediamente da:
- acqua per circa il 45-50% (varia a seconda del andamento climatico)
- olio per il 18-25% (varia a seconda del cultivar, e luogo di coltivazione)
- altro (carboidrati, cellulosa, ceneri…) per il 20-29%